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METAMORPHOSIS - LARVA

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FOTO GUIDO MENCARI

METAMORPHOSIS - LARVA

Creazione originale e interpretazione Carlo Massari

Produzione C&C Company

In co-produzione con Oriente Occidente Dance Festival, Teatro Akropolis, Teatri di Vetro,

Margine Operativo / Attraversamenti Multipli

Un nuovo, delicato Progetto di ricerca sul sottile confine tra uomo e bestia; un’indagine sulle trasformazioni, sul cambiamento, l’alterazione fisica e spirituale dell’essere, la ricerca della propria natura, identità, forma.

Partendo dal concetto di uomo come animale pensante e dotato di una coscienza individuale, lo si va a scoprire, denudare, mettere in relazione con i suoi istinti più veri, le paure che rendono impotenti, la sua faccia più animalesca, la pura verità del corpo.

Partiamo in questo lavoro da un principio d’indagine, studio, investigazione, curiosità, scoperta dell’istante esatto in cui tutto improvvisamente diviene il contrario di tutto, il momento in cui non ci riconosciamo più eppure tutto ci appare chiaro, l’attimo in cui le vene vengono attraversate da nuova linfa e ci abbandoniamo all’accettazione di un nuovo “Io” senza troppo giudicarlo.

Nell’era delle immagini, dell’apparire, del “guardatemi”, ci ritroviamo fragili “bestioline”, proprietari nostro malgrado di una forma da riempire, plasmare, ma non avendo esattamente idea sul come farlo.

Ricerchiamo il Bello ma non sappiamo esattamente dove trovarlo, che forma abbia, come riconoscerlo, e allora alziamo le mani, chiudiamo gli occhi e ci fidiamo e affidiamo a qualcuno che ce lo suggerisca, che ci dica “questo è proprio quello che vuoi” e solitamente finiamo per convincerci che davvero lo sia.

Questo lavoro non nasce certo con l’intento di sottolineare un incattivimento, un imbruttimento del genere umano, ma piuttosto di ricercare connessioni interiori tra corpo e mente ed esteriori attraverso le relazioni animali e naturali, che possano innescare una piccola idea di rinascita, di nuovo Rinascimento.

Un’evoluzione, una rivoluzione nella quale non si ha più necessità di dare un nome ad ogni forma differente, di arrogarsi del “diritto divino” di battezzare una cosa definendola con un “tu sei...”, nella quale non esistono ricette e manuali d’uso sul come comportarsi, come relazionarsi con se’ stessi e con il mondo circostante. Tutto torna ai primordi, tutto diviene bestiale, natura, terra. Nell’assopimento, nel torpore, nella stasi contemporanea, nelle piccolezze e debolezze umane che quotidianamente ci accompagnano, la bestia nel cuore è forse l’esplosione di cui abbiamo davvero bisogno per sentirci in qualche modo ancora vivi.

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